L’esperienza di Lorenzo allo scambio giovanile “New Decameron” in Spagna

Abbiamo inviato Lorenzo in Spagna per lo scambio giovanile Erasmus+ “New Decameron” a Ottobre 2022. 

Questa è la sua testimonianza!

In prossimità del kilometro 238 del più famoso dei Cammini di Santiago, il francese, sorge il ridente villaggio di Belorado, meta ambita dai pellegrini già in cammino da giorni e ora anche dai giovani volontari che hanno scelto di cimentarsi nello scambio giovanile New Decameron, proposto dalla locale Asociacion Brujula. Arrivo in loco pieno di speranze la sera del 6 ottobre. Dopo tanti progetti, l’emozione è sempre la stessa; conoscere i nuovi ragazzi e iniziare discussioni sugli argomenti più svariati, scoprire le loro sensibilità, idee, backgrounds culturali e passioni dà sempre la stessa carica di adrenalina, come fosse la prima volta in cui sperimentai l’Erasmus+, ormai più anni fa di quanti desideri ricordare.

A metterci a nostro agio contribuiscono immediatamente gli italianissimi addetti alla cucina, scappati dal Belpaese per seguire l’istinto primordiale di contribuire alla cooperazione europea con l’associazione locale, nonché gli attivissimi facilitatori e partecipanti spagnoli capitanati dall’inesauribile energia della loro group leader e degli infiniti monologhi di Chito, il nostro man-in-charge per la durata del progetto. Passione e dedizione all’opera sono le parole d’ordine che li accompagnano, oltre che, scopriremo, interminabili jam session dalla cucina e dalla chitarra a farci da sottofondo durante le giornate.

La mattina la sveglia suona presto, dopo poche ore di sonno iniziano le attività. Di cosa ci occupiamo nello specifico? Il tema questa volta è la scrittura creativa: ispirandosi al Decameron originale, un gruppo di giovani si è rifugiato in un ostello per pellegrini con lo scopo di inventare, scrivere e pubblicare storie a tema pandemia, mettendo insieme le memorie del recente periodo covid per ispirare il tutto. Come nella miglior tradizione boccaccesca, dopo una prima giornata a tema libero per entrare al meglio in modalità scrittura, tocca ai group leaders incaricarsi della reggenza del giorno, scegliendo i temi sui quali produrre i racconti. Nello specifico, ci si occupa a turno di ambiente e natura, società, salute psicofisica e financo della morte. Come conciliare la scrittura creativa, il contesto pandemico e le buone pratiche cooperative promosse dal programma Erasmus? Naturalmente creando delle storie collettive. Per fare ciò, la principale attività giornaliera consiste nel dividersi in gruppi di tre, quattro o cinque (e relative sensibilità artistiche) i quali a loro volta si dividono la composizione dell’intera novella. Si scrivono dieci-quindici-venti righe e si passa al vicino di posto il timone del narratore. In questo modo, ciascun partecipante dei sottogruppi sarà responsabile dell’inizio, dello svolgimento oppure del finale di ciascuna storia. Come ultima istanza ci si occupa della storia finita, si correggono gli errori e si sistema la consecutio temporum, dopodiché la lieta novella è pronta per essere inviata al folder che raccoglie tutte le idee.

Qual è il numero corretto di mani per scrivere la storia giusta? Si procede per esperimenti, dodici dieci otto fino a sei. L’alchimia giusta ovviamente non esiste, sta alla sensibilità di chi scrive e come ultimo giudice dei lettori stabilire la migliore amalgama. L’anima libera che inizia la storia ex novo segue un’idea che può variare dal fantastico, al tragico, all’elegiaco; i personaggi sono inventati oppure reali, bambini o adulti, supereroi per caso o vittime del sistema; seguendo uno schema prefissato, chi prosegue nella scrittura apporta nuovi elementi, altre sfumature, arricchisce la storia di dettagli. Chi cerca di dare una trama convincente (mio caso preferito) e chi pone elementi descrittivi per smorzare il ritmo.

Con il passare dei giorni la sensazione di impratichirsi con il lavoro aumenta, la qualità di scrittura lievita e con esse l’affiatamento tra i compagni. La sensazione di svuotarsi di un grande peso al terminare una storia va di pari passo con il tempo che si dilata per consentire ad ogni gruppo di terminare al meglio le operazioni di stesura. Il tempo libero è poco e viene spesso sfruttato per trovare la giusta ispirazione. Per la prima volta durante un progetto sento di utilizzare al meglio le ore di vuoto. Nel tempo di un caffè compilo anche la mia opera individuale, consistente in una storia metà vera e metà fantastica sulla mia esperienza al tempo della pandemia. Lascio al mio secret friend il piacere di correggerla.

Come da tradizione, uno scambio culturale non è solo attività, è anche cultura: trovarsi in mezzo al Camino di Santiago è un’emozione non da poco, anche per chi sente per la prima volta questa leggendaria storia. Ogni giorno decine di pellegrini attraversano il paese, contribuendo uno dopo l’altro a farmi rosicare peggio di un castoro idrofobo… non sia mai che tra un “buen camino!” ed un consiglio per pernottamenti fornito ai camminatori riesca a trovare il coraggio di compiere in futuro il Grande Viaggio fuori e dentro di me. Il 12 ottobre, Dia de Fiesta Nacional de España, si celebra il genovese marinaio che esattamente quel giorno “scoprì le nuove Indie”. Ottima occasione per scambiarsi qualche informazione sulle tradizioni del paese iberico e, personalmente, sfoggiare la mia elegante polo con i colori della bandiera della Repubblica spagnola. La speranza che a qualcuno faccia da monito mi rimane sulla pelle. Il giorno dopo la serata interculturale unica, si va in gita a Burgos. Per uno che ha vissuto per sei mesi a due ore di distanza, ignorando platealmente i consigli di visitare la suddetta città, è una liberazione. Grazie a New Decameron posso finalmente riparare all’errore. Ammirare le gotico-fiammeggiantissime guglie del Duomo che sovrasta la città, spingermi fino al Monasterio de la Huelga, perdermi tra le tapas dei ristoranti del centro, sedermi a fianco delle numerose statue di pellegrini disseminate per il centro storico, sono tutte cose per cui è valsa la pena attendere. Ci sono al mondo certi borghi che riconciliano con la vita, e Burgos è assolutamente uno di questi. Provare per credere

Quando le storie sono terminate, iniziamo col vederle stampate ed appese in giro per l’albergo. Ora non ci resta che iniziare a costruire uno schema della campagna di crowdfunding che i nostri compagni organizzeranno per cercare i fondi onde permettere la pubblicazione di un libro-raccolta di tutti i nostri elaborati. L’operazione sarà lunga e, si spera, massiccia. Se andrà a buon fine vedremo i nostri sforzi ulteriormente ripagati in formato cartaceo, ma già da ora quanto fatto ci ha regalato un enorme bagagliaio pieno di esperienza nuova. La natura altamente intensiva dello scambio, invero più simile a un corso di formazione, ha davvero fatto sì che uscissimo con qualcosa di più rispetto ad un classico “have fun all together”. Dopo questa settimana in cui abbiamo condensato tutte le nostre vite, un grazie a chi è riuscito a rendere tutto più speciale rimane doveroso, così come la consapevolezza che nella vita nulla è impossibile. Per aspera ad astra, e che la stella del viandante di Santiago ci protegga sempre.

Lorenzo

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