CATAPULTATO IN UNA REALTA’ COMPLETAMENTE DIVERSA
Abbiamo inviato Davide come volontario dei Corpi Europei di Solidarietà in Repubblica Ceca presso la fattoria di Spolek Hvozd per un progetto di due settimane. Questa è la sua storia!

“Ciao, mi chiamo Davide Vecchi, vengo dalla provincia di Torino e ho 18 anni da circa 3 mesi. Mi piace viaggiare e quando ho scoperto il Corpo Europeo di Solidarietà mi si sono illuminati gli occhi. Ho mandato la richiesta di partecipazione a molti progetti ed Eva, dalla Repubblica Ceca, è stata la prima a rispondermi. Un progetto sulla sostenibilità ambientale in un piccolo villaggio a due ore da Praga. Mi sono chiesto “perché no”?

Sono partito il 17 luglio, non senza l’ansia per il primo tragitto con il trasporto pubblico passato da solo. Ho preso molti treni, molti pullman, ho attraversato l’Austria e la Germania. Dopo un intero giorno di spostamenti sono arrivato a Merboltice, la mia destinazione. Ero felice ma allo stesso tempo un po’ spaesato, per essermi catapultato in una realtà completamente diversa dalla mia. Cibo diverso, persone che non parlavano la mia lingua, paesaggio immerso nel verde sicuramente alternativo rispetto alla via di casa mia.
Ma quanto è stato affascinante scoprire gli altri 11 volontari, ognuno particolare per i propri obiettivi, gli studi passati, le passioni personali.
Sarei rimasto a Merboltice, nell’organizzazione Spolek Hvozd per due settimane. Dopo i primi due giorni di introduzione siamo passati ai lavori pratici. Ho appreso come lavorare il legno, come gestire una coltivazione. Abbiamo costruito una simil casa sull’albero, un bagno di legno per esterni, le cancellate per il giardino. Mangiavo ben cinque volte al giorno (colazione, merenda mattutina, pranzo, merenda pomeridiana e cena) e ci dividevamo per lavorare in cucina e gestire la pulizia dei piatti. Le serate erano sempre dedicate a momenti di condivisione: ci siamo seduti attorno ad un fuoco all’interno di una tee-pee, raccontandoci le nostre esperienze di vita e cosa ci ha portato ad essere ciò che siamo oggi, abbiamo suonato, cantato, ballato.

I fine settimana ci spostavamo. Mi sono ritrovato ad apprezzare mete secondarie ed escursioni con il supporto di chi vive localmente piuttosto che la visita di una metropoli. Siamo stati al Parco Nazionale di Děčín, con stupendi panorami creati dalle rocce, abbiamo fotografato la vegetazione locale da una barca, abbiamo provato l’aperitivo alternativo ceco, a base di tè. Siamo entrati a contatto con la popolazione locale, le loro usanze, la loro storia.
Una volta finito il progetto noi volontari siamo comunque rimasti assieme, spostandoci a Praga per visitarla brevemente in giornata, mentre man mano qualcuno ci lasciava per prendere un aereo o un treno per tornare a casa.
E’ passata circa una settimana ed ho già nostalgia dei loro volti, delle loro battute e dei nostri momenti passati insieme, quasi come una famiglia.

Sono tornato a Torino come una persona più consapevole, realizzando l’immensità della ricchezza delle culture che mi circondano e che al di fuori della nostra piccola realtà ne esistono a migliaia, una più diversa dall’altra. Mi sento di più un cittadino europeo, pronto a partecipare ad un’altra esperienza, per entrare a contatto con persone nuove e, magari, rincontrare un giorno qualche volto già conosciuto.
Una parte di me resterà per sempre a Merboltice”.
