LO SVE DI MICHELA A CIPRO

Abbiamo inviato Michela a Cipro per uno SVE di gruppo, ospitata da Agros Environmental Group, per l’organizzazione del “Festival delle Rose”:

Questa è la sua testimonianza!

Mi chiamo Michela Spito ed ho 25 anni. Sono laureata in Economia e Management e mi sto specializzando in un master in “Progettazione e accesso ai fondi europei per la cultura, la creatività e il multimediale”. Ho intrapreso questa strada un po’ per fato, un po’ perché credo che il denaro e la capacità di guidare chi lo produce siano indispensabili per la sostenibilità di ogni attività umana, compresa la più nobile. Ho la convinzione che il denaro non abbia odore, come tra l’altro afferma una locuzione latina, ma che attraverso esso si possa dar colore al mondo. Ho l’ambizione di indirizzare e sfruttare la sua capacità economica verso progetti che abbiano un fine “etico ed economico” – direbbe Sen – ed attraverso i quali si possano perseguire gli obiettivi che l’Unione Europea afferma di prefiggersi in ambito culturale, vista la specializzazione in questo settore. La dicotomia tra cultura ed economia suscita in me forte aspirazione alla dimostrazione della produttività moltiplicatrice della cultura e mi spinge a viaggiare.

Per tutti questi motivi, ed anche per cercare di capire come un progetto finanziato da fondi europei funzioni, ho partecipato ad uno SVE a Cipro dove io e ad altri volontari – italiani, lettoni, lituani, romeni, spagnoli – abbiamo collaborato con la comunità di Agros per l’organizzazione del Festival delle Rose. Il progetto, seppure non particolarmente professionalizzante, mi ha ricordato delle infinite opportunità a nostra disposizione, circondata da persone appassionate ed intelligenti e da luoghi che necessitano idee giovani per rinascere ancora.

Agros è un piccolissimo villaggio di 800 persone circa, con tasso di anzianità evidentemente elevato, privo e lontano dalla maggior parte dei servizi che oggi possono essere ritenuti necessari da un giovane e non solo – cinema, biblioteche, discoteche, teatri, trasporti e così via. Le strutture e gli edifici di Agros sono perlopiù vecchi e decadenti, caratterizzati dal grigio dei loro anni e qualche finestra blu. Chi vuole lavorare è costretto a spostarsi, Agros non si aspetta molti visitatori nemmeno per turismo, e chi ci vive e cerca intrattenimento è destinato a riscoprire il lato non negativo della natura o abbandonarsi alla noia.

Ma c’è qualcosa che Agros ha e che custodisce con cura: le sue rose damaschine e la sua Rose Factory. Tra aprile e maggio le rose fioriscono, vengono raccolte a mano presto al mattino – molti abitanti possiedono campi di rose destinate alla produzione di prodotti da vendere attraverso la Rose Factory – e portate alla fabbrica delle rose dove vengono distillate ed in seguito utilizzate per produrre acqua di rosa, bevanda dolce e rinfrescante che i residenti usano sorseggiare, caramelle, cosmetici, the e tisane. Nello stesso periodo il villaggio si rinvigorisce con l’annesso festival, evento di promozione del prodotto e della sua storia, ed Agros si tinge di persone e di rosa.

Quello che ho capito, non soltanto attraverso questa esperienza, è che ogni posto, così come ogni persona, possiede peculiarità e caratteristiche che possono e dovrebbero essere rafforzate. Sfruttare l’indole e i tratti virtuosi di paesi e di uomini, inserirli in un network coerente, può ottimizzare le potenzialità di ciascuno e di tutti. Agros, piccolo e pressoché sconosciuta frazione della terra, ha qualcosa da offrire. Partecipare a questi progetti significa per me ricevere stimoli e idee concrete su ciò che manca e ciò che offre qualunque luogo al mondo, inserire quanto appreso nel mio quadro in continua lavorazione per riuscire a trarre, forse, un giorno, conclusioni su come paesi e uomini dovrebbero comunicare.

Mi chiamo Michela ed ho quasi 26 anni: questo è il mio sogno, that’s my dream.

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