IL MIO POSTO E IL MIO RUOLO, OVUNQUE VADA

Mi chiamo Giulio Bombarda e sono un viaggiatore, o almeno mi piace pensare di esserlo. Fin dalla mia prima esperienza Erasmus nel 2014 mi sono innamorato dell’ambiente internazionale e da allora ho impostato la mia vita in modo da poterne godere al meglio quanto più possibile. Zaino in spalla da una parte all’altra dell’Europa e dell’Asia, Cammino di Santiago, “Workaway”, autostop, couch-surfing, lavoro stagionale sia da indipendente che come impiegato di grandi compagnie di viaggio, gli ultimi anni sono statuo un continuo spostamento accompagnato da sviluppo e grande crescita personale.

Avevo grandi piani per il 2020, l’ultimo anno, almeno per il futuro prevedibile, che intendevo concedermi per sentire sulla mia pelle il fascino del viaggio all’avventura prima di dedicarmi alla nascente carriera nel ramo dell’ospitalità… poi è arrivato il Covid-19, e tutto quanto se ne è volato via dalla finestra.

Lasciando da parte tutto il discorso della quarantena e del lockdown, a un certo punto verso l’estate un’amica mi ha provvidenzialmente mandato un messaggio del tipo: “devo farti un’offerta che non potrai rifiutare”. Ecco come ha avuto inizio la mia prima esperienza ESC con Associazione Kora.

La ragione per cui sono venuto in Francia per il mio secondo progetto di Volontariato Europeo è strettamente legata al primo: dopo mesi chiuso in casa, ho potuto fare esperienza di cose di qui sentivo la mancanza:  avere intorno gente da tutta l’Europa che lavora insieme, ride insieme, fare parte di una comunità in mezzo alla natura, lontano dallo stress e dalla tecnologia della vita in città ( anche solo in paese, come nel mio caso). Ho passato solo 2 settimane a Passignano sul Trasimeno, sì e no il 25% della durata totale del progetto, ma l’esperienza mi è rimasta fortemente impressa.

Verso la fine del progetto avevo già deciso che ne volevo ancora: volevo più natura, più senso di comunità, più pace, più fuga dalla società dominata dalla paura del virus- ma prima volevo esserne sicuro.

Ho scelto il Camping Le Belvedere per poter, in un certo senso, sperimentare con me stesso. Dopotutto, anche se avevo già fatto esperienze di vita rurale, non era mai stato per più di un paio di settimane per volta. Volevo una risposta alla domanda: riuscirà Giulio a sopravvivere e prosperare in questo tipo di ambiente per periodi di tempo prolungati? Avevo bisogno di saperlo per poter eventualmente pensare a progetti più a lungo termine.

La risposta: sì, e anche molto bene!

La mia permanenza in Francia si è rivelata molto migliore del previsto, nonostante un nuovo lockdown verso la metà. Ho molto apprezzato le attività, le relazioni che si sono formate con gli altri volontari, i doveri e le mansioni, le visite a vicini/ amici o da parte di essi, cucinare assieme, guardare film assieme. Ho potuto riscoprire sia i valori dell’essere parte di una comunità, sia quelli di mettere da parte del tempo da dedicare solo a me stesso.

Qualche esempio di cosa facevamo regolarmente: portavamo a spasso i cani e ci prendevamo cura degli asini e degli altri animali ogni giorno, ci davamo il cambio in cucina, rimettevamo a nuovo e riverniciavamo le strutture, aiutavamo a coltivare i funghi, lavoravamo nel giardino, organizzavamo laboratori e/o ci occupavamo di progetti personali (i miei comportavano di solito cucinare qualcosa o studiare le erbe), e ci godevamo una bella sauna calda a fine giornata.

Per un motivo o per l’altro, per me la maggior parte dei momenti importanti gravitano intorno alla cucina: ho dovuto re-imparare ad adattarmi e improvvisare per cucinare vegano per 10 persone, a gestire gli ingredienti, a pianificare in anticipo, a salvare e riutilizzare; ho imparato da 0 usi e proprietà di piante, erbe comuni, bucce di frutta… oh, e ho fatto anche un sacco di pane! Ho avuto l’opportunità di sperimentare, imparare, crescere e esprimere me stesso e la mia creatività attraverso i piatti che servivo in tavola perché tutti ne potessero godere.

Da questo progetto mi porto dietro la consapevolezza e la confidenza di poter trovare, o creare dal nulla, il mio posto e il mio ruolo ovunque vada, qualcosa di cui non ero così sicuro prima dell’inizio del progetto.

Questo non è stato che la più recente, e di certo non l’ultima, di un gran numero di esperienze di viaggio, ed è riuscita a darmi molto più di quanto avrei potuto immaginare. Non smetterò mai di incoraggiare chiunque a cercare di trovare il tempo da dedicare alla crescita personale per mezzo di viaggi o progetti come questo.

Per quanto riguarda i piani futuri, ho ottenuto la conferma di sentirmi molto più a mio agio in questo tipo di comunità rurale: sono riuscito a tirare fuori una versione migliore di me stesso, più felice e più rilassata. Cercherò altri progetti simile, ma di lunga durata; più durano e prima iniziano, meglio è.

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